Dio ha fatto dono a noi cristiani di capire in
profondità i termini della salvezza e, in tal senso, dobbiamo rendergli
grazie. Questo rappresenta un privilegio dato ai discendenti di quel ‘popolo
eletto’ su cui Dio ha riposto tutta la sua fiducia nel progetto di salvezza
esteso a tutte le genti. Sarebbe un errore, contrario agli stessi principi
dettati dalle Sacre Scritture, arrogarsi la prerogativa o l’esclusività
della salvezza che Dio ha donato all’uomo gratuitamente.
Noi cristiani siamo fermamente convinti che la via proposta da Cristo per la
salvezza dell’umanità rappresenti “una via privilegiata”, ma non per
questo siamo autorizzati a pensare che sia l’unica o l’esclusiva. Nessun
uomo al mondo, proprio perché caratterizzato da finitudine, può arrogarsi il
diritto di giudicare o stabilire chi si può salvare o chi sarà condannato. A
questo ci penserà Dio, al momento opportuno, nei modi e attraverso le vie
che solo Lui conosce. Noi uomini, invece, dobbiamo preoccuparci di assolvere
nel migliore dei modi al mandato di Gesù, cioè quello di portare la “Parola”
del Vangelo alle persone più lontane attraverso la testimonianza della
nostra vita dedicata a Gesù Cristo.
Oggi, in una società malata, lontana dal senso dei valori spirituali
e religiosi della vita, oltremodo legata a modelli di vita improntati al
benessere materiale, al successo, all’apparire e all’avere a scapito
dell’essere, urge l’unità della Chiesa.
E’ necessario ritornare alle origini, all’unica Chiesa, “l’ecclesiam”,
voluta da Dio e fondata da Cristo. Bisogna “ritornare
al messaggio originale” trasmesso dalla Bibbia e dal Vangelo, e
accoglierlo “radicalmente” nella propria vita.
Ciascuno potrà attingere, “là nelle Parole della Bibbia”, per trovare
le giuste risposte ai problemi che assillano il vivere quotidiano dell’uomo.
Ciascuno potrà trovare, “là nel Vangelo”, un indirizzo e una guida
sicura alla propria esistenza. |