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SCOPRIRE LA CONOSCENZA DI DIO CON UN LINGUAGGIO SEMPLICE
 





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Pista di riflessione
 
Dio offre liberamente la salvezza ad ogni persona, a tutti i popoli. Paolo, infatti, nella prima lettera a Timoteo, afferma: “Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità. Uno solo, infatti, è Dio e uno solo è il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Gesù Cristo….”(1Tm 2,4). Questa affermazione, per noi oggi chiara e fuori discussione, fu invece una conquista assai travagliata per la comunità giudeo-cristiana della Chiesa primitiva. E’ noto quanto l’Israele antico, così come quello contemporaneo a Gesù, vivesse la salvezza e l’alleanza come proprietà private. Il dibattito del concilio di Gerusalemme (Atti, 15) e le controversie di Paolo con i giudei-cristiani (Efesini 2), sono chiare testimonianze di quanto sia stato arduo per la Chiesa primitiva ammettere nuovi membri provenienti dal mondo pagano, a quel tempo di norma emarginati e disprezzati. Per questo motivo nei primi secoli di vita della Chiesa primitiva, presso i Padri della Chiesa, vigeva il principio “extra ecclesiam nulla salus” (“fuori dalla chiesa nessuna salvezza”), da Ireneo a Cipriano, da Girolamo ad Agostino. Erano periodi nei quali la Chiesa cristiana ancora non era divisa e quindi non esistevano più congregazioni, come la cattolica romana, l’ortodossa, la luterana, l’anglicana, la calvinista etc… Per le situazioni concrete del tempo, legate ai fautori di contrasti e divisioni nell’ambito della chiesa nascente, nelle intenzioni dei Padri non poteva esserci ambiguità nell’identificare “l’Ecclesiam” con la Chiesa Universale di Cristo. Negli Atti leggiamo “Questo Gesù è la pietra che, scartata da voi, costruttori, è diventata testata d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati” (Atti 4,12). Successivamente, dopo le profonde divisioni legate allo scisma d’oriente e alla riforma luterana, la Chiesa di Roma per preservare la sua identità, basandosi da un lato sulla tradizione storica e dall’altro lato sull’autorità, ha fatto suo il termine di “ecclesiam”, rivendicando il ruolo di Unica Chiesa Universale, in Cristo. Così per secoli si è creduto che solo il cattolicesimo offrisse la salvezza e che tutti i non cattolici ne sarebbero stati esclusi. In tempi relativamente recenti, Papa Pio IX affermava che Dio vuole la salvezza di tutti, e che chiunque rispetti la legge naturale scritta da Dio nel cuore di ciascuno può arrivare alla vita eterna (Enciclica “quanto conficiamur moerore”, 1863). In questo senso Pio IX fu un innovatore. Pio XII, facendo suo il progresso religioso di Pio IX, aggiunge che la condizione storico-esistenziale precaria di coloro che in atto non appartengono alla Chiesa è causata dal fatto che i fedeli non innalzano a Dio ferventi preghiere. Dalle affermazioni di Pio IX e Pio XII si può dedurre che si salvano anche coloro che si sforzano di compiere le opere con buona fede e buone intenzioni, attraverso il dettame della coscienza.
 
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