Fin dai tempi più antichi presso i popoli si riscontra
l’anelito volto a riconoscere una “Divinità” suprema in grado di compenetrare la
vita in un intimo senso religioso, sforzandosi di superare in vari modi
l’inquietudine del cuore umano, proponendo delle cosiddette “vie”, consistenti
in dottrine, precetti di vita e riti sacri. Gli uomini si attendono dalle varie
religioni una risposta ai reconditi enigmi che turbano perennemente la
condizione umana: la natura, il senso e il fine della vita dell’uomo, il
problema del bene e del male, la via per raggiungere la felicità, il giudizio
dopo la morte, il rapporto dell’uomo con l’Assoluto. Attraverso un percorso tra
le religioni, si può scoprire e costatare che l’uomo da sempre è alla ricerca
del ‘Divino’, di un ‘Assoluto’, di un ‘Infinito’, così come del senso ultimo
della sua vita. La Chiesa, di fronte al problema del pluralismo religioso e
all’attuale situazione religiosa assai diversificata e mutevole, si pone la
domanda se gli adepti ai diversi credi religiosi e dottrine non cristiane
(induismo, buddismo, confucianesimo, taoismo etc..), possono raggiungere la
salvezza attraverso le loro religioni. La Chiesa, nell’ ammettere il valore
universale della salvezza, afferma: “se è destinata a tutti, la salvezza deve
essere messa in concreto a disposizione di tutti” (Enciclica Redemptoris Missio
– Paragrafo 10)
La Chiesa cattolica, in diversi documenti del concilio Vaticano II,
riconosce nelle altre religioni la ricerca di un Dio ignoto ma vicino, e che
vuole la salvezza di tutti gli uomini. Nulla rigetta di quanto in queste
religioni riguarda il rispetto della dignità umana e i diritti che ne
scaturiscono. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere
promosse nelle dottrine delle religioni non cristiane, in cui vi si trovano
elementi di bene e che non raramente riflettono un raggio di quella verità che
illumina tutti gli uomini. Pertanto la Chiesa nulla rigetta di « di quanto di
buono, di vero e di santo» si trova nelle altre religioni impegnate
nell’universale ricerca umana di verità e di senso. (lumen gentium, 16;
nostra aetate, 2; evangelii mutiandi, 53). Questi documenti
ufficiali della Chiesa Cattolica affermano con chiarezza che religioni definite
“non cristiane” possono rappresentare valori religiosi positivi per quanti si
sforzano di vivere una vita retta. Attraverso la pratica di ciò che di buono, di
vero e di santo sussiste nelle loro tradizioni religiose, i membri delle altre
religioni rispondono positivamente all’invito di Dio e ricevono la salvezza
seguendo i dettami della coscienza.
La Chiesa cattolica, tuttavia, avverte che nel dialogo interreligioso
della fede non si può ipocritamente far finta che tutte le religioni siano
uguali, perché essa è tenuta ad annunziare innanzitutto che “Cristo è via,
verità e vita” (Gv 14,6). Parlare di valori in tutte le religioni non significa
che tutte le religioni si equivalgono. L’enciclica di Giovanni Paolo II°
Redemptoris Missio contrasta con fermezza e decisione visioni teologiche non
corrette, largamente diffuse anche tra teologi cattolici, improntate a un
relativismo religioso, che portano a ritenere che «una religione vale l’altra»
(paragrafo n° 36). Lo stesso documento, ai paragrafi n°55 e 56, risponde al
quesito se i seguaci di religioni non cristiane o coloro che vivono fuori dalla
Chiesa secondo coscienza possono aspirare alla salvezza. Leggiamo testualmente:
“Dio chiama a sé tutte le genti in Cristo, volendo loro comunicare la pienezza
della sua rivelazione e del suo amore; né manca di rendersi presente in tanti
modi non a singoli individui, ma anche ai popoli mediante le loro ricchezze
spirituali di cui le religioni sono precipua ed essenziale espressione, pur
contenendo lacune, insufficienze ed errori”. Redemptoris Missio, inoltre,
afferma che lo stesso Spirito che agisce nella Chiesa distribuisce “i semi del
Verbo”, raggi della verità che illuminano tutti gli uomini, presenti nei riti
delle altre religioni; non si può escludere la possibilità che queste, come
tali, esercitino una certa funzione salvifica, aiutando gli uomini a raggiungere
il fine ultimo. Le religioni non cristiane eserciterebbero la funzione di
‘preparazione alla salvezza’; esse possono aiutare i popoli nella risposta umana
della ricerca di Dio, spingere l’uomo a operare secondo coscienza a condurre una
retta via, ma in definitiva non si possono equiparare alla funzione che la
Chiesa cattolica realizza per la salvezza dei cristiani.
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