Dopo oltre 2000 anni dal racconto
biblico della creazione, l’uomo ha conseguito enormi progressi scientifici,
ha fatto grandi scoperte nel campo della tecnica, della biologia e della
medicina. Recentemente è entrato addirittura nel codice genetico degli
esseri viventi ma, nello stesso tempo, si è accollato una grande
responsabilità su questioni morali e scelte vitali inerenti al suo destino.
La ricerca scientifica scopre
continuamente le leggi perfette che stanno alla base dei processi regolatori
e funzionali del mondo vivente, ma non può non disconoscere il limite umano
delle conoscenze sui ‘meccanismi intimi’ che regolano il processo evolutivo
della natura. Tutte le informazioni fino ad oggi acquisite sulle enormi
potenzialità e sui miliardi d'informazioni veicolate dal genoma umano
nell’esprimere la vita sono ancora incomplete; non ci dicono tutto quello
che i geni fanno, come funziona la cellula e perché questa invecchia. Gli
scienziati, in definitiva, possono costatare, verificare e imitare, scoprire
e riprodurre fenomeni, ma alla fine dei conti non rimane altro che
“stupirsi” di fronte alle meraviglie della natura, e “contemplare” la
perfezione insita nelle opere del creato. Nell’attesa che la scienza sia in
grado di penetrare ‘con certezza’ il mistero della vita, è doveroso
prodigarsi nel rispettare l’integrità della vita e della natura: “elementi”
che devono costituire per l’uomo “oggetti” di contemplazione e non “soggetti”
di manipolazione. Per questo, anche lo scienziato, con grande umiltà,
nell’ammettere i suoi limiti dovrà fare un ‘uso responsabile’ delle attuali
tecnologie raggiunte dalla biologia molecolare, rinunciando alla
“tentazione” di avventurarsi in progetti di ricerca volti ad intaccare in
maniera permanente la natura biologica degli esseri viventi, se non dopo
averne ponderati i rischi per l’umanità, a breve e a lungo termine.
- Manipolare il DNA, con lo scopo di
modificare la natura dell’essere vivente, o peggio ancora per operarne la
sua clonazione, pone ‘problemi di natura scientifica e di bioetica’,
sicuramente contrari ai principi basilari della biodiversità su cui si fonda
la selezione naturale e il meccanismo di evoluzione di tutti gli esseri
viventi, animali e vegetali.
- Manipolare il DNA degli esseri viventi
rappresenta un problema che investe anche l’etica religiosa, potendovisi
ravvisare gli estremi di una sfida dell’uomo a volersi sostituire a Dio
creatore.
Queste motivazioni inducono la Chiesa Cattolica a ritenere che
intervenire sul genoma, con la presunzione di intaccare o modificare la
natura, potrebbe rappresentare non tanto un progresso scientifico quanto un
“boomerang” dalle conseguenze nefaste per l’umanità intera. Per questo la
Chiesa afferma che il rispetto delle leggi inscritte nella creazione deve
costituire per l’uomo non solo un fondamento religioso, ma anche un dovere
morale e un principio di saggezza.
|