LA LETTERA DI PAPA FRANCESCO A REPUBBLICA – PERPLESSITA’ DI UN CREDENTE |
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Sono
rimasto molto perplesso di fronte alla dichiarazione di Papa Francesco
sul giornale Repubblica, in cui afferma testualmente "la
questione per chi non crede in Dio sta nell'obbedire alla propria
coscienza... Ascoltare e obbedire ad essa significa decidersi di fronte a
ciò che viene percepito come bene o come male". Espresso in
questi termini il concetto si presta a grossi equivoci perché fornisce
un “alibi perfetto” a chi, all'interno del suo ateismo, possa dire
"ho agito secondo la mia coscienza e quindi, non solo Dio mi
perdona, ma anche mi salvo". Sicuramente ciascuno di noi nel
compiere un’azione o nell’intraprendere una decisione è convinto, in
buona fede, di stare nel bene e nel giusto. Ma è anche vero che se non
ci si confronta con l'insegnamento del Vangelo, quella rimane sola una
propria convinzione e nulla di più. La mia personale formazione biblica
mi porta ad affermare che le parole che scaturiscono dalla coscienza
dell’uomo vanno misurate con la ‘Parola’ di Dio per conoscere dove
sta la ‘Verità’, altrimenti tutti dicono la sua e tutti hanno
ragione, e nessuno può capire cosa per Dio è giusto e cosa è
sbagliato. Leggendo, infatti, alcune reazioni e commenti a questa frase
del Papa, qualcuno giustamente ha commentato che per assurdo anche Hitler
e Stalin, due criminali contro l’umanità, agivano secondo la (loro)
coscienza ed erano convinti di operare il bene. Questo significa che Dio
li ha perdonati? Non credo proprio! Papa
Francesco, a mio avviso, non intendeva riferirsi ad una coscienza
plasmata da interessi umani o personali, ma alla “coscienza” intesa
in “senso biblico”, cioè alla coscienza di ogni uomo che, per essere
in sintonia con Dio, deve confrontarsi con le Sacre Scritture e deve
essere guidata dai principi etico, morali e religiosi che scaturiscono
dai Vangeli. Così
formulata la frase di Papa Francesco ha ingenerato un grosso equivoco e
l’illusione di un’apertura incondizionata della Chiesa a tutti i non
credenti. Così, infatti, Repubblica titola e commenta la frase del Papa:
Dialogo aperto con i non credenti “Dio perdona chi segue la propria coscienza”. A
mio avviso è doveroso un chiarimento e un’immediata precisazione da
parte della Chiesa. |
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