Nel difficile momento storico in cui
viviamo, caratterizzato da una diffusa cultura laicista tendente sempre di
più ad un relativismo culturale e religioso, sorge l’esigenza di presentare
il messaggio cristiano in un modo rinnovato, in grado soprattutto di
interessare le giovani generazioni, suggerendo modelli catechistici e
formativi adatti alle nuove situazioni di vita della attuale società. E’
auspicabile che la Chiesa Cattolica, oggi, consideri la folta schiera di
persone che si allontanano dal messaggio cristiano, non tanto per una
conflittualità ideologica, quanto perché non vi intravedono ‘motivi di
interesse’ in un progetto di vita cristiana che sentono lontano dalla
propria esistenza.
La tendenza attuale della Chiesa Cattolica,
preoccupata nel preservare l’autenticità dell’unica fede in Cristo, continua
a proporre strumenti catechistici strutturati e basati tradizionalmente su
‘enunciati dogmatici’ o su ‘verità teologiche astratte’ poco comprensibili
dalla gente comune, generalmente incline a valutare le cose su un piano di
logica consequenziale.
Nella società moderna, secolarizzata e globalizzata,
minacciata da un serpeggiante diffuso individualismo e da una caduta a picco
dei valori religiosi della vita, si avverte la necessità e l’urgenza di
favorire l’apertura a nuovi strumenti educativi nella trasmissione della
fede, elaborando nuovi modelli catechistici formulati in un linguaggio
semplice, rapportati concretamente alle realtà socio-culturali e alle
difficoltà quotidiane della vita reale. E’ dunque necessario evitare di
presentare i contenuti dottrinali del cristianesimo in una forma da
accettare passivamente per tradizione.
Nell’attuale momento storico,
caratterizzato dall’enorme e incontrollato sviluppo dei mezzi di
comunicazione sociali che subissano la persona con una valanga
d’informazioni in grado di offuscare la capacità di giudicare e di
discernere fra realtà diverse, si avverte la necessità di ricercare nuovi
percorsi di fede attraverso cui ciascuno possa intravedere concretamente e
con facile intuizione l’agire di Dio nel mondo e nella storia.
Una rinnovata educazione religiosa, deve
permettere alla gente comune di comprendere il grande progetto
educativo-religioso inviato da Dio all’umanità attraverso la Bibbia, e
mettere in luce il continuo e concreto operare di Dio per il bene dell’uomo.
Un autentico insegnamento religioso deve
essere in grado di ripresentare il messaggio trasmesso dalla Bibbia in una
forma che diventi facilmente riferimento e guida per l’umanità. E’
attraverso la Bibbia, infatti, che Dio narrando le sue opere salvifiche non
solo si fa conoscere dall’uomo ma, nel medesimo tempo, si fa uomo per
consentire a ciascuno di noi di conoscere la sua fragile natura e il suo
fine ultimo nell’ambito della creazione.
L’impegno pastorale del cristiano deve
mirare a proiettare la cultura biblica nell’attuale società con lo scopo
principale di restituire all’uomo la sua originale dignità perduta dopo la
caduta delle origini.
“Le sfide pastorali poste davanti a noi,
nel continuo e turbolento cambiamento della cultura attuale, devono essere
viste con uno sguardo prospettico, capace di guardare al di là delle
contingenze e delle urgenze del momento, nella consapevolezza che Dio Padre
è incessantemente all’opera, ci accompagna e guida nella nostra vita” (S.E.
Antonio Staglianò –Vescovo di Noto 2009).
■ È in questo modo che ‘antiche parole’ della Bibbia diventano ‘Parola
attuale’ che Dio ha pronunciato in una storia.
■ È in questo modo che le parole proclamate da Gesù nei Vangeli si
attualizzano in ‘fatti’ e in ‘testimonianze’ di Vangelo.
■ È in questo modo che l’agire di ‘Dio Amore’ diventa espressione di un
grande ed universale progetto educativo-religioso che ha lo scopo di
comunicare la conoscenza del Piano di Dio per la salvezza dell’umanità
tutta.
La Chiesa Cattolica, nella consapevolezza dei mutamenti culturali,
sociali, politici e religiosi (non ultimi la caduta delle ideologie
totalizzanti e delle grandi utopie di liberazione storica), ha ritenuto di
affrontare il tema dell’educazione religiosa nel documento pastorale dei
Vescovi italiani “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”
(giugno 2001). |
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I Vescovi italiani, nel rileggere le condizioni
interne della vita della Chiesa in un mondo che cambia, indicano gli
orientamenti pastorali per il primo decennio del duemila. Con impeccabile
e puntuale lungimiranza, affermano che in un’epoca globalizzata,
multietnica e multireligiosa, attraversata da profondi mutamenti culturali
e religiosi, c’è urgente bisogno di rinnovamento missionario e che, per
aprirsi alle nuove sfide della pastorale e annunziare la presenza viva di
Gesù Cristo nel mondo, è necessario maturare decisioni coraggiose
ricercando “nuovi itinerari catechistici e
formativi”.
I Vescovi italiani rivolgono la loro attenzione e preoccupazione
soprattutto alla vasta area di battezzati, non praticanti, cresciuti in
modo esponenziale negli ultimi anni, che stanno ai margini della comunità
ecclesiale e che vivono un fragile rapporto con le chiese locali. Vengono
definiti come “cristiani abbandonati da risvegliare alla fede, verso i
quali non si è stati capaci di muovere ascolto e interesse”.
I Vescovi italiani affermano testualmente:
“Il cristiano autentico deve vivere nella prospettiva
dell’evangelizzazione, ma non possiamo tacere che in non poche comunità
sia carente o addirittura assente un lavoro formativo di base, di aiuto al
discernimento dei giovani e degli adulti, che ponga ‘Dio al centro del
progetto biblico della salvezza’ ed indichi in ‘Cristo l’unica via per la
salvezza dell’uomo’. È preoccupante il crescente analfabetismo religioso
delle giovani generazioni che spesso non sono adeguatamente formate
all’essenziale dell’esperienza cristiana e ancor meno a una fede capace di
farsi cultura”.
I Vescovi italiani si domandano: cosa fare e come agire
concretamente, accogliendo le nuove esigenze del cristiano d’oggi?
“Accanto ai religiosi abbiamo bisogno di laici,
ai quali è richiesta intelligenza, creatività e coraggio, capaci di dare
vita a forme inedite di educazione alla fede e di pastorale; di loro il
Signore si serve per la testimonianza e la comunicazione del Vangelo nella
vita quotidiana, nei luoghi di lavoro e di vita sociale. Tutto ciò
significa maturare una decisione coraggiosa a cambiare le cose, a
ricercare innovazioni pedagogiche e nuovi strumenti educativi della fede
secondo il diverso contesto culturale a cui sono rivolti”.
“Formare laici corresponsabili per un
servizio ecclesiale convinto e appassionato, orientato realmente per la
causa del Signore, animato da spirito di comunione e di servizio e non da
logiche dialettiche di democraticismo che hanno niente a che vedere con la
natura stessa della Chiesa” (S.E. Antonio Staglianò –Vescovo di Noto) |
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