Attraverso i Vangeli
Dio, nostro Padre
,
ha inviato un messaggio
spirituale di salvezza che, nella conversione, chiama l’uomo a f
are una scelta, quella di Cristo e del Vangelo, e a tradurla in concretezza
di vita. L’adesione di fede diventa così il modello etico che trova
in Gesù
la Via, la Verità e la Vita.
Gesù stesso afferma che, per il raggiungimento di questi obiettivi, non
basta la logica razionale o quella del bisogno materiale, ma è necessario
dare ascolto al cuore
con umiltà
e
obbedienza, intraprendendo, cioè, “la via dell’amore”.
Questa rappresenta non solo il modello autentico e concreto di vivere la
fede in Gesù Cristo, ma anche
una ‘chiave di lettura’ o un ‘modus vivendi’ in grado di
mettere l’uomo nelle condizioni di affrontare con serenità e discernimento
le avversità, i grandi e i piccoli problemi della vita, suggerendogli un
percorso da seguire, libero da ogni prevaricante raziocinio, finalizzato al
raggiungimento della pace interiore.
La via dell’amore, pertanto, è in grado di indicare, la “terapia”
per mezzo della quale l’uomo può realizzare la propria umanità,
permettendogli di recuperare l’equilibrio interiore perduto a causa delle
inevitabili inquietudini del quotidiano. Certamente i problemi potranno
rimanere irrisolti, ma sicuramente cambierà il modo di vederli e di capirli,
nella sicurezza che non saremo più soli ad affrontarli, in quanto Dio Padre,
buono e misericordioso, attraverso la sua Parola ci potrà venire in aiuto in
qualsiasi momento. Soltanto la fiducia in Dio può riequilibrare una
situazione di difficoltà ridonandoci speranza e voglia di vivere.
È attraverso la via dell’amore
che Dio
Padre
dà a ciascuno di noi anche la possibilità concreta di verificare
l’autenticità della propria fede
in Cristo, perché ci chiede di amare tutti, anche quelli che non la pensano
come noi, perfino i nemici, e di perdonare fino a “settanta volte sette”,
cioè sempre e senza limiti. L’amore è l’arma con cui il credente vince
l’egoismo e il male, ed è il principale mezzo di distinzione del cristiano
nel mondo.
Il perdono
,
verso chi ci ha procurato un’offesa,
o
ci ha arrecato del male, non rappresenta un gesto di debolezza, ma va visto
come un atto d’umiltà e va vissuto con atteggiamento di misericordia che
deve scaturire dall’intimo della nostra coscienza, cioè dal cuore;
difficilmente potrà essere frutto di un calcolo razionale. Gesù pone
l’accento sul dovere del perdono reciproco, perché il rancore nei confronti
del prossimo potrebbe diventare uno schermo capace di offuscare il dialogo
con Dio. È questa la via che Gesù
non solo ci ha insegnato, ma che per primo ha messo in pratica per se stesso
e per noi.
In un mondo post-moderno immerso nell’indifferenza e
nell’arroganza, nella violenza e nella prevaricazione, in una società
contemporanea tendenzialmente laicista, condizionata dai mass-media che
inducono l’uomo del terzo millennio generalmente ad identificare il
benessere nella soddisfazione dei bisogni materiali o della ricerca
narcisistica del piacere, Gesù ci fa scoprire che la vera dimensione della
vita e il vero senso dell’esistenza consistono nell’affidare liberamente se
stesso all’altro per amore: un’affermazione difficile da comprendere nella
sua pienezza a causa della mentalità egoistica insita nell’indole umana,
sicuramente inaccessibile se puntiamo solo sulle forze della nostra ragione,
ma raggiungibile se ci inseriremo nel percorso che conduce a Cristo. |