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    È 
    singolare che l’etica sviluppata da Gesù non sia rivolta solo a un gruppo di 
    seguaci e di credenti, né necessariamente all’uomo religioso. Gesù lancia il 
    suo messaggio soprattutto ai non credenti e ai pagani, vale a dire, come lui 
    stesso afferma, “alle persone che hanno bisogno del medico per essere 
    curate” (ovviamente Gesù allude alle “cure spirituali”).  
    
    
    Attraverso i Vangeli Gesù c’invia un vero e proprio “manuale d’istruzione”, 
    contenente principi morali di carattere universale e norme di condotta in 
    grado di indicare all’uomo il cammino da percorrere per realizzare 
    pienamente le proprie esigenze vitali, di fronte all’enigma dell’esistenza e 
    ai problemi legati alla fragilità della natura umana.  
    
    
    Per l’epoca in cui visse, la dottrina proclamata da Gesù rappresenta una 
    morale che stava agli antipodi delle altre etiche religiose dominanti, primo 
    fra tutte il giudaismo, ricco di prescrizioni igieniche, di minuzie 
    legalistiche e di incomprensibili divieti. Gesù getta luce sul mistero di 
    Dio e nello stesso tempo fornisce gli strumenti per interpretare il mistero 
    dell’uomo e assumerne la sua difesa.  
    
    
    Schematicamente, nelle sue linee essenziali, sul piano etico-morale e dei 
    comportamenti sociali, la dottrina promossa da Gesù: 
    
    a)   
    
    
    Propone la via dell’amore e del perdono 
    come prassi per realizzare la propria umanità. Gesù attribuisce a questi 
    valori il potere di proteggere la mente scossa da un turbamento 
    irrisolvibile sul piano razionale, e con il fine di ristabilire un 
    equilibrio psichico perduto. Questo principio raggiunge il suo culmine 
    quando Gesù afferma di amare i propri nemici. Concetti inauditi e 
    incomprensibili nell’ambiente giudaico: nel manuale di giustizia degli 
    Esseni si leggeva ‘I fratelli amino tutti i figli della luce, odino tutti i 
    figli delle tenebre’. 
    
    b)  
    
    
    Predica
    che il bene fatto al nemico deve scaturire dal proprio intimo, dal 
    cuore della persona; se è frutto di un calcolo razionale o nasce dal 
    moralismo potrebbe indurre all'ipocrisia o alla stupida esaltazione di se 
    stessi 
    
    c)   
    
    
    Afferma che la condizione della salvezza non è l’ideologia, 
    ma la prassi, cioè il comportamento. Non è l’adesione ad un credo o ad un 
    qualsiasi movimento che dà diritto ad entrare nel Regno di Dio. Vi entrerà 
    chiunque avrà vinto l’egoismo e avrà mostrato solidarietà concreta per gli 
    altri. 
    
    d)  
    
    
    Predica l’umiltà, 
    un valore morale sconosciuto alla cultura ebraica, addirittura di 
    significato dispregiativo, che portava a considerare la persona umile 
    ignobile e di basso valore sociale. Gesù ribalta questa concezione 
    attribuendo all’umiltà una qualità di vita cristiana e un valore morale 
    altamente positivo: l’umiltà non è la via della rinuncia, non è l’esito di 
    una sconfitta, ma il risultato di una vittoria dell’amore sull’egoismo.
     
    
    e)   
    
    
    Considera la povertà un bene. 
    Per il giudaismo la condizione del povero era da considerare come il segno 
    di una scarsa benevolenza divina. Per Gesù, invece, la povertà è esaltata 
    come un bene (i poveri sono detti “beati”), perché ne riconosce il legame 
    con uno tra i valori che danno la salvezza all’uomo: la libertà e il 
    distacco dai beni materiali. 
    
    f)    
    
    Si 
    pone contro qualsiasi forma di schiavitù. 
    
    Difende l’assoluta eguaglianza degli uomini, l’emancipazione della donna e 
    il rispetto dell’uomo sulla base del principio che tutti gli uomini sono 
    assolutamente eguali fra loro, per dignità, per diritti e anche per sesso. 
    Gesù, infatti,  afferma che anche la differenza di sesso è accidentale e 
    transitoria, solamente legata alla vita terrena dell’uomo. Nella 
    risurrezione tutti diventeranno “angeli” di Dio.  
    
      
    
    
    Ad 
    una difesa così radicale dell’uomo non era giunta mai nessuna religione o 
    filosofia prima della venuta di Cristo. Con la venuta di Cristo per la prima 
    volta nella storia sono state rilevate apertamente tante situazioni ingiuste 
    e violente dalla faccia della terra, come la schiavitù, l’asservimento della 
    donna, l’emarginazione sociale, la discriminazione razziale. A questi 
    principi etico-morali dettati dalla dottrina proclamata da Gesù attinsero 
    successivamente, e fecero propri, i grandi movimenti laici di emancipazione 
    sociale, quali la rivoluzione francese, il socialismo e il 
    marxismo-leninismo. Dopo oltre duemila anni di storia, questi principi 
    morali rimangono non intaccati ed incredibilmente attuali; ancora oggi, 
    sicuramente, possono costituire un orientamento e validi punti di 
    riferimento per l’uomo del III° millennio.     |