Italian Version English Version
SCOPRIRE LA CONOSCENZA DI DIO CON UN LINGUAGGIO SEMPLICE
 



IL LIBRO DELLA GENESI
 
 
21 - GENESI: La responsabilità dell'uomo
 

APPRENDIMENTO DI BASE: Dio assegna all’uomo il ruolo di gestore responsabile della natura e gli chiede di rispettare la bontà propriamente insita nel progetto originario della creazione; lo invita all’ubbidienza, onde evitare un uso disordinato delle cose che potrebbero sfociare in disarmonie della natura e nel creato. Il racconto biblico descrive che Dio, sul piano etico, affida all’uomo il compito di coltivare i beni della natura e di averne cura, nella consapevolezza che tutte le cose create da Dio sono buone e perfette, ed esistono in funzione dell’uomo. Per questo motivo lo invita a custodire l’integrità della natura con il dovere primario di rispettare la vita dell’uomo. Ammonisce che violare la legge di Dio insita nella creazione potrebbe significare una sfida dell’uomo al Creatore. Uno dei principi fondamentali a cui l’uomo dovrà attenersi è la tutela e il rispetto della biodiversità della natura, quale valore di straordinaria ricchezza per l’umanità. Nelle intenzioni divine c’è l’interdipendenza delle creature le une dalle altre, onde evitare il senso di autosufficienza di ciascuna di esse: ogni creatura non basta a se stessa, ma esiste solo in dipendenza dell’altra, per essere al servizio, integrarsi e completarsi con l’altra. Bellezza, armonia e perfezione del creato sono il frutto della creazione degli esseri viventi nella diversità e all’interno delle relazioni esistenti tra loro. Il racconto biblico della creazione descrive con chiarezza che Dio assegna all’uomo sul piano etico il compito di custodire l’integrità della natura e il dovere di rispettare la vita dell’uomo. Queste motivazioni inducono la Chiesa Cattolica a ritenere che manipolare il genoma degli esseri viventi, con la presunzione di modificare la natura, potrebbe rappresentare non tanto un progresso scientifico quanto un “boomerang” dalle conseguenze nefaste per l’umanità. Il rispetto delle leggi inscritte da Dio nella creazione costituisce per l’uomo non solo un fondamento religioso, ma anche un dovere morale e un principio di saggezza.

APPROFONDIMENTO: Nel primo libro della Genesi Dio traccia un progetto di armonie idonee al raggiungimento del benessere, della pace e della felicità universale dell’uomo; nello stesso tempo fissa i principi etico-morali che l’uomo dovrà responsabilmente rispettare per corrispondere alla sapienza e alla volontà di Dio espresse nell’opera della creazione. Per questo motivo Dio chiede all’uomo l’abbandono filiale e la fiducia incondizionata, affinché la “Fede” lo aiuti e lo guidi nella ricerca della verità, e illumini la sua ragione nella retta intelligenza. Questo sarà il segno dell’alleanza e il pegno di fedeltà verso il suo Creatore.
Dio assegna all’uomo il compito di gestore della natura: gli chiede di rispettare la ‘bontà’ propriamente insita nel progetto originario della creazione, investendolo della responsabilità di coltivare i beni della natura e di averne cura, nella consapevolezza che tutte le cose create da Dio sono buone e perfette, ed esistono in funzione dell’uomo. Lo invita all’ubbidienza, onde evitare un uso disordinato delle cose che potrebbe sfociare in disarmonie della natura e nel creato. Dio stesso fissa regole e principi fondamentali. La prima regola da osservare è la tutela dell’integrità fisica e della vita dell’uomo. L’uomo non può attentare all’esistenza di un suo simile senza attentare a Dio medesimo, di cui ogni uomo è l’immagine: «chi sparge il sangue di un uomo, il suo sangue sarà sparso» (Gen. 9,6). Un secondo principio a cui l’uomo deve attenersi è la “tutela della natura e il rispetto della biodiversità”, quale valore d’inestimabile e straordinaria ricchezza per l’intera umanità.
Dio crea la coppia mettendo la donna accanto all’uomo: «non è bene che l’uomo sia solo, gli voglio fare un aiuto a lui corrispondente… i due diventino una sola carne» (Gen. 2,18). Tra uomo e donna vigono uguale dignità e reciproca attrazione; essi sono chiamati a esistere l’uno per l’altro e non soltanto l’uno accanto all’altro. Nelle intenzioni divine la donna non rappresenta solo una persona che funge da compagnia, ma ha lo scopo di integrarsi armonicamente con l’uomo nel completamento vicendevole, uniti insieme in una funzione reciprocamente arricchente grazie alla loro diversità. Ciò vuol dire che Dio ha voluto l’interdipendenza delle creature le une dalle altre, onde evitare il senso d'autosufficienza di ciascuna di loro. Le innumerevoli diversità che caratterizzano la natura umana stanno a significare che nessuna creatura è autosufficiente o basta a se stessa, ma che esiste solo in dipendenza dell’altra, per essere al servizio, integrarsi e completarsi con l’altra. È il principio fondamentale della “complementarietà” insito nella natura biologica di tutti gli esseri viventi.

 
 

Una caratteristica peculiare che gli scienziati del secolo scorso hanno scoperto riflettersi fino alle radici bio-molecolari della vita, cioè nella struttura del DNA, costituito da due eliche complementari che dipendono vicendevolmente l’una dall’altra, ma insieme indispensabili nell’esprimere il codice genetico che identifica e caratterizza unicamente ciascun essere vivente esistente sulla terra, animale o vegetale.
Bellezza, armonia e perfezione del creato sono il frutto della creazione degli esseri viventi nella diversità e all’interno delle relazioni esistenti fra loro. L’uomo le ha scoperte, le scopre continuamente come leggi perfette che stanno alla base dei meccanismi regolatori del processo evolutivo del mondo vivente, ma non può non ignorare il limite delle sue cognizioni. La ricerca è in continua evoluzione: tutte le conoscenze fino ad oggi acquisite sulle enormi potenzialità e sui miliardi di informazioni veicolate dal genoma umano nell’esprimere la vita, purtroppo ancora non ci dicono “tutto” su quello che i geni fanno e su come la cellula funziona nella sua interezza e complessità. Nell’attesa che la scienza riesce a penetrare ‘con certezza’ il mistero della vita, è doveroso impegnarsi nel rispettare la “vita” e la “natura”: “elementi” che devono costituire per l’uomo “oggetti” di contemplazione, ma non “soggetti” di manipolazione. Per questo lo scienziato, con grande umiltà, nell’ammettere i suoi limiti dovrà fare un ‘uso responsabile’ delle attuali tecnologie raggiunte dalla ‘biologia molecolare’, rinunciando alla “tentazione” di avventurarsi in progetti di ricerca volti ad intaccare in maniera permanente la natura biologica degli esseri viventi, se non dopo averne valutati con estrema sicurezza i rischi per l’umanità, a breve e a lungo termine.
Il racconto biblico della creazione descrive con chiarezza che Dio assegna all’uomo sul piano etico “il compito di custodire” l’integrità della natura e “il dovere di rispettare” la vita dell’uomo così come ci è stata consegnata da Dio. Ammonisce che la tendenza naturale dell’uomo all’egocentrismo o alla radicale autosufficienza comporterà la punizione esemplare da parte di Dio creatore.
Dopo circa 2000 anni di storia l’uomo ha fatto enormi progressi scientifici, ha fatto grandi scoperte nel campo della tecnica, della biologia e della medicina. Recentemente è entrato addirittura nel codice genetico degli esseri viventi, acquistando un enorme potere sulla vita stessa dell’uomo ma, nello stesso tempo, si è accollato una grande responsabiltà su questioni morali e scelte vitali inerenti il suo destino. Per questo la “Chiesa Cattolica” afferma che violare le basi biomolecolari della vita, manipolando il codice genetico del DNA, significa per l’uomo trasgredire i principi codificati nel progetto divino della creazione, commettendo una disubbidienza paragonabile a quella delle origini.

-Manipolare il DNA, con lo scopo di modificare la natura dell’essere vivente, o peggio ancora per operarne la sua clonazione, pone problemi di natura scientifica e di bioetica, sicuramente contrari ai principi della biodiversità su cui si fonda la selezione naturale e il meccanismo di evoluzione di tutti gli esseri viventi, animali e vegetali.
-Manipolare il DNA degli esseri viventi rappresenta un problema che investe anche l’etica religiosa, potendovisi ravvisare gli estremi di una sfida dell’uomo a volersi sostituire a Dio creatore.

Queste motivazioni inducono la Chiesa Cattolica a ritenere che alterare il genoma degli esseri viventi, con la presunzione di modificare la natura, potrebbe rappresentare non tanto un progresso scientifico quanto un “boomerang” dalle conseguenze nefaste per l’umanità intera.

Il rispetto” delle leggi inscritte nel progetto divino della creazione deve rappresentare per l’uomo non solo un fondamento religioso, ma anche un dovere morale e un principio di saggezza.

 
Articolo letto 6698 volte --- Stampa la pagina

Giudica il testo: Interessante facile nella lettura comprensibile non di facile lettura inadeguato privo di interesse

| VOLUME 1 |