Italian Version English Version
SCOPRIRE LA CONOSCENZA DI DIO CON UN LINGUAGGIO SEMPLICE
 



IL LIBRO DELLA GENESI
 
 
25 - GENESI: La storia dei patriarchi e delle origini del popolo di Dio
 

APPRENDIMENTO DI BASE: È con i Patriarchi che Dio inizia a mostrare praticamente il suo intervento costante a favore dell’umanità peccatrice. Con Abramo, un uomo vissuto nella terra di Canaan intorno al 1850 a.C. e con la sua risposta alla chiamata di Dio, inizia la storia dei Patriarchi: una storia fondamentalmente “religiosa”, la cui impostazione è basilare per comprendere l’inizio della storia del popolo di Dio. Ad Abramo Dio promette una lunga discendenza e una terra in cui dimorare. È singolare la comparsa della figura di Abramo che di ‘colpo’ vive da monoteista in una società dominata dal culto pagano politeista! I discendenti di Abramo sono Isacco e Giacobbe. Quest’ultimo avrà dodici figli che saranno gli antenati delle dodici tribù d’Israele.

APPROFONDIMENTO: È con i Patriarchi che Dio inizia a mostrare il suo intervento costante a favore dell’umanità peccatrice. Li costituisce quali antenati del popolo eletto, deputati ad essere i testimoni della “Storia della Salvezza” compiuta da Dio per l’uomo.
Con Abramo inizia la storia dei Patriarchi: Dio si rivela all’antenato di un clan di nomadi che protegge e guida, e al quale accorda le promesse di una lunga discendenza e di una terra. Una serie di brevi racconti slegati fra loro, talvolta a forma di aneddoti, talvolta anche dai tratti pittoreschi, narrano l’origine e le migrazioni degli antenati di Israele; descrivono i loro legami geografici ed etnici, il loro comportamento morale e religioso. Non è possibile descrivere una storia completa dei Patriarchi, così come l’intendiamo oggi, non solo a motivo della lontananza del tempo che ci separa ma soprattutto perché essi e i loro gruppi vissero ai margini della storia politica, ai margini cioè della “grande storia”. Anche se non siamo in grado dimostrare la loro storicità in senso assoluto o assegnare una datazione certa, dalle scoperte archeologiche ed epigrafiche del vicino Antico Oriente è stata rilevata l’analogia generale dei racconti. Gli stessi nomi di Abramo, di Ismaele e di Giacobbe compaiono nei testi del II° millennio a.C.
La storia dei Patriarchi, dunque, fondamentalmente è una “storia religiosa”, la cui importanza è basilare per comprendere l’inizio della storia del popolo di Dio, poiché spiega i presupposti che regolano e condizionano l’alleanza che Dio conclude con il popolo d’Israele. Con la storia di Abramo, un uomo vissuto nella terra di Canaan intorno al 1850 a.C., e con la sua risposta alla chiamata di Dio, si pongono le radici su cui si fonda la fede d’Israele. Per questo è considerato il padre del popolo eletto da Dio, l’uomo della fede, la cui ubbidienza è ricompensata da Dio con la promessa di una lunga discendenza e di una terra su cui dimorare. La promessa di Dio ad Abramo apre ufficialmente la ‘Storia Biblica della Salvezza dopo la caduta dei progenitori Adamo ed Eva: «Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra» (Gen. 12,1-3)
I discendenti di Abramo sono Isacco e Giacobbe. I costumi di Abramo e dei suoi discendenti ricordano da vicino quelli dei clan di seminomadi, padroni di pecore e capre, che andavano peregrinando lungo la regione della cosiddetta ‘mezzaluna fertile’. Essi vissero a contatto con le popolazioni sedentarie con le quali intrattennero relazioni per lo più pacifiche, ma talvolta anche ostili; via via appaiono stabilmente stanziarsi nel paese di Canaan, che diventerà poi la terra dei loro discendenti. Le loro preoccupazioni fondamentali erano quelle di mantenere in vita le loro famiglie in una regione travagliata dalla carestia e assicurare pascoli abbondanti al loro bestiame. Erano convinti della loro fede fondata sul culto di un ‘Dio personale’ che sentivano camminare con loro durante gli spostamenti, di un Dio che prometteva tutto quanto occorreva alla loro precaria esistenza: la protezione, la fecondità, la discendenza e il possesso della terra, nel contesto di un patto al quale il clan doveva rimanere fedele.
È veramente singolare la comparsa della figura di Abramo che di “colpo” vive da monoteista in una società dominata dal culto pagano politeista. La sua figura domina su tutti: è il prototipo dell’uomo giusto che ha una fede incrollabile nella parola di Dio. Il Nuovo Testamento per questo porterà Abramo ad esempio dell’uomo che, in contrasto con le tendenze del giudaismo antico-testamentario, ottenne la giustificazione non per mezzo delle opere, cioè delle osservanze mosaiche considerate prestazioni autosufficienti, ma per mezzo della sua fede.
La storia di Isacco è narrata soprattutto per i rapporti intercorsi con suo padre Abramo. La Bibbia descrive Isacco come una figura, pallida e indifesa, prigioniero degli intrighi dei suoi stessi familiari. La sua figura è quasi subito soverchiata da quella del figlio Giacobbe, un personaggio piuttosto complesso, presentato inizialmente dall’autore biblico come l’uomo dell’astuzia che agisce di propria volontà, determinato nel raggiungere i suoi fini con ogni mezzo, in lotta costante con i suoi parenti, ma pronto a tutto pur di impossessarsi della benedizione di Dio. Confrontate con quelle di Abramo, le narrazioni su Giacobbe appaiono nell’apparenza come profane e meno spirituali. Tuttavia Dio lo protegge ed agisce in lui, utilizzandolo quale antenato del popolo eletto: i suoi dodici figli, infatti, saranno gli antenati delle dodici tribù d’Israele. A uno di essi, Giuseppe, è dedicata l’ultima parte del libro della Genesi. Egli è al centro di avvenimenti che portarono Giacobbe e i suoi figli a vivere in Egitto. Giuseppe è un uomo buono che diventa un grande personaggio della corte egiziana. Il racconto della sua travagliata vicenda mette in evidenza come la sua virtù viene ricompensata dalla Provvidenza divina che volge al bene le colpe degli uomini. 

 
Articolo letto 7455 volte --- Stampa la pagina

Giudica il testo: Interessante facile nella lettura comprensibile non di facile lettura inadeguato privo di interesse

| VOLUME 1 |