Italian Version English Version
SCOPRIRE LA CONOSCENZA DI DIO CON UN LINGUAGGIO SEMPLICE
 



APPENDICE

LA RICERCA DI NUOVE METODOLOGIE PER COMUNICARE IL VANGELO
 
Documento di riferimento: Orientamento pastorale dei Vescovi Italiani


 
“Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia” (anno 2001)
 
I mezzi veicolanti la catechesi sono ritenuti come importanti tappe progressive nel cammino della fede; sono considerati come strumenti educativi religiosi fondamentali per la maturazione del credente di fronte alle difficoltà oggettive insite nella lettura e nella interpretazione delle Sacre Scritture.
I metodi formativi, deputati a promuovere gli indirizzi dottrinali nel compito dell’educazione e della trasmissione della fede cristiana, devono essere concepiti in stile chiaro, semplice e facilmente accessibili, al fine di non scoraggiare colui il quale affronta gli enunciati basilari della dottrina cristiana.
Nel difficile momento storico in cui viviamo, caratterizzato da una diffusa cultura laicista tendente sempre di più ad un relativismo culturale e religioso, sorge l’esigenza di presentare il messaggio cristiano in un modo rinnovato, in grado so-prattutto di interessare le giovani generazioni, suggerendo modelli catechistici e for-mativi adatti alle nuove situazioni di vita della società moderna. Bisogna capire, in-nanzitutto, che la conoscenza di Dio, della sua grazia, della sua volontà e del suo grande amore per l’uomo, prescindono da un fatto puramente intellettuale o razionale. Bisogna far capire alla gente che le opere compiute da Dio per la salvezza dell’umanità non sono terminate con la morte di Gesù, ma che Dio ancora oggi con-tinua ad operare nel mondo. E’ auspicabile che la Chiesa Cattolica oggi consideri la folta schiera di persone che si allontanano dal messaggio cristiano, non tanto per una conflittualità ideologica, quanto perché non vi intravedono ‘motivi di interesse’ in un progetto di vita cristiana che sentono lontano dalla propria esistenza.
La tendenza attuale della Chiesa Cattolica, preoccupata nel preservare l’autenticità dell’unica fede in Cristo, continua a proporre strumenti catechistici strutturati e basati tradizionalmente su ‘enunciati dogmatici’ o su ‘verità teologiche astratte’ poco comprensibili alla gente comune, generalmente incline a valutare le cose su un piano di logica consequenziale. Si deve prendere atto che i mezzi di co-municazione della fede tramite il catechismo tradizionale oggi sono inadeguati. E’ anche vero che l’insegnamento catechistico e teologico certamente non può rinunciare agli enunciati dottrinali che costituiscono gli indirizzi normativi e fondamentali per l’insegnamento della fede cristiana. Ma nell’epoca post-moderna, caratterizzata dall’enorme e incontrollato sviluppo dei mezzi di comunicazione sociali che subissano la persona con una valanga d’informazioni e di immagini che offuscano le capacità di giudicare e di discernere fra realtà diverse, si avverte la necessità di elaborare “nuovi percorsi formativi” attraverso cui ciascuno intraveda concretamente e con facile intuizione l’agire di Dio nel mondo. Questo vuol dire che, affinché si possa oggi comprendere nella sua essenza il grande progetto religioso proclamato da Gesù nei Vangeli, è necessario ripresentare i contenuti dottrinali del cristianesimo attraverso nuovi modelli, escludendo forme di trasmissione della fede da accettare passivamente per tradizione o da accogliere tramite schematismi astratti, sicuramente incomprensibili per la gente comune.
In una società moderna secolarizzata e globalizzata, minacciata da un ser-peggiante individualismo e da una caduta a picco dei valori religiosi della vita, si avverte la necessità e l’urgenza di favorire l’apertura a nuovi strumenti educativi for-mulati in un linguaggio semplice e rapportati concretamente alle difficoltà quotidia-ne della vita reale delle persone.
Una rinnovata educazione religiosa, non può basarsi soltanto su “enunciati dottrinali precostituiti”, ma deve essere orientata principalmente nel mettere in luce il continuo e concreto operare di Dio nel mondo per il bene dell’uomo. Questo implica la necessità di inculturare il messaggio religioso che scaturisce dalla Bibbia nella realtà della società post-moderna e di attualizzarlo nella vita di ogni persona.
Un autentico insegnamento religioso deve pertanto essere in grado di ripresentare il messaggio evangelico basato sulla semplicità della “Parola delle origini”, in una forma che, inquadrata nella prospettiva generale dell’operare di Dio nel mondo e nella storia, diventi facilmente riferimento e guida per l’umanità. E’ attraverso la Bibbia, infatti, che Dio narrando le sue opere salvifiche, non solo si fa conoscere dall’uomo ma, nel medesimo tempo, si fa uomo per consentire a ciascuno di noi di conoscere la sua fragile natura e il suo fine ultimo nell’ambito della crea-zione.
L’impegno pastorale del cristiano deve mirare a proiettare la cultura biblica nella società in cui viviamo, con lo scopo principale di restituire all’uomo la sua ori-ginale dignità perduta dopo la caduta delle origini, sforzandosi di riallacciare l’intreccio vitale tra fede e cultura. La separazione tra fede e cultura nella società post-moderna è stata vista da Paolo VI come “un dramma del cattolicesimo contemporaneo che tende a rendere irrilevante il ruolo della chiesa nel mondo”.
Le sfide pastorali poste davanti a noi, nel continuo e turbolento cambiamen-to della cultura attuale, devono essere viste con uno sguardo prospettico, capace di guardare al di là delle contingenze e delle urgenze del momento, nella consapevolez-za che Dio Padre è incessantemente all’opera, ci accompagna e guida nella nostra vita” (S.E. Antonio Staglianò –Vescovo di Noto 2009).
■ È in questo modo che ‘antiche parole’ della Bibbia diventano “Parola attuale” che Dio ha pronunciato in una storia.
■ È in questo modo che la “Parola” proclamata da Gesù si attualizza in ‘fatti’ e in ‘testimonianze’ di Vangelo.
■ È in questo modo che l’agire di “Dio Amore” diventa espressione di un grande ed universale progetto educativo-religioso che ha lo scopo di comunicare la conoscenza del Piano di Dio per la Salvezza dell’umanità tutta.
* * * * * * * * * * * * * * * * * *
La Chiesa Cattolica, nella consapevolezza dei mutamenti culturali, sociali, politici e religiosi (non ultimi la caduta delle ideologie totalizzanti e delle grandi utopie di liberazione storica) effettivamente, alcuni anni fa, ha ritenuto di affrontare il tema dell’educazione religiosa nel documento pastorale dei Vescovi italiani “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia” (giugno 2001).

I Vescovi italiani, nel rileggere le condizioni interne della vita della Chiesa in un mondo che cambia, indicano gli orientamenti pastorali per il primo decennio del duemila. Con impeccabile e puntuale lungimiranza affermano che in un’epoca globalizzata, multietnica e multireligiosa, attraversata da profondi mutamenti culturali e religiosi, c’è urgente bisogno di rinnovamento missionario e che, per aprirsi alle nuove sfide della pastorale e annunziare la presenza viva di Gesù Cristo nel mondo, è necessario maturare decisioni coraggiose ricercando “nuovi itinerari catechistici e formativi”.

I Vescovi italiani rivolgono la loro attenzione e la loro preoccupazione soprattutto alla vasta area di battezzati, non praticanti, cresciuti in modo esponenziale negli ultimi anni, che stanno ai margini della comunità ecclesiale e che vivono un fragile rapporto con le chiese locali. Vengono definiti testualmente “cristiani abbandonati da risvegliare alla fede, verso i quali non si è stati capaci di muovere ascolto e interesse”.

I Vescovi italiani affermano ancora testualmente:
Il cristiano autentico deve vivere nella prospettiva dell’evangelizzazione, ma non possiamo tacere che in non poche comunità sia carente o addirittura assente un lavoro formativo di base, di aiuto al discernimento dei giovani e degli adulti, che ponga ‘Dio al centro del progetto biblico della salvezza’ ed indichi in ‘Cristo l’unica via per la salvezza dell’uomo’. È preoccupante il crescente analfabetismo religioso delle giovani generazioni che spesso non sono adeguatamente formate all’essenziale dell’esperienza cristiana e ancor meno a una fede capace di farsi cultura”.

I Vescovi italiani si domandano: cosa fare e come agire concretamente, accogliendo le nuove esigenze del cristiano d’oggi ?
Accanto ai religiosi abbiamo bisogno di laici, ai quali è richiesta intelligenza, creatività e coraggio, capaci di dare vita a forme inedite di educazione alla fede e di pastorale; di loro il Signore si serve per la testimonianza e la comunicazione del Vangelo nella vita quotidiana, nei luoghi di lavoro e di vita sociale. Tutto ciò significa maturare una decisione coraggiosa a cambiare le cose, a ricercare innovazioni pedagogiche e nuovi strumenti educativi della fede secondo il diverso contesto culturale a cui sono rivolti”.

Formare laici corresponsabili per un servizio ecclesiale di pastorale inte-grata, convinto e appassionato, orientato realmente per la causa del Signore, animati da spirito di comunione e di servizio e non da logiche dialettiche di democraticismo che hanno niente a che vedere con la natura stessa della Chiesa” (S.E. Antonio Staglianò –Vescovo di Noto, 2009)
 
 
Articolo letto 1286 volte --- Stampa la pagina

Giudica il testo: Interessante facile nella lettura comprensibile non di facile lettura inadeguato privo di interesse

| VOLUME 2 |