Il termine “Vangelo” lo ritroviamo già nei primi documenti ufficiali del
cristianesimo nascente, nelle lettere di Paolo rivolte alle varie comunità
cristiane disseminate nel Mediterraneo. Il termine ricorre ben 76 volte nel
Nuovo Testamento, di cui 12 volte nei Vangeli (4 volte in Matteo e 8 volte
in Luca).
La parola <Vangelo> deriva dalla lingua greca e significa “lieto
evento” o “buona notizia”. Nel Vangelo, infatti, è riferita
l’intera attività di salvezza annuncia-ta da Gesù Cristo ed attestata
autorevolmente dagli Apostoli, suoi amici e seguaci: un gruppo di uomini del
tutto ordinari, né potenti o molto istruiti, né abili nel parlare, ma dotati
di temperamento e qualità diverse. Ad essi Gesù affidò la missione di
continuare la sua opera e di testimoniare la sua vita e il suo insegnamento
al mondo intero.
Gesù appare nei Vangeli come il messaggero della gioia, il
Salvatore, il portatore della buona notizia, colui che annunzia
l’intervento di Dio nel mondo a favore dei poveri, degli emarginati, dei
sofferenti e dei peccatori. L’annunzio dell’imminente instaurazione del
Regno di Dio, in effetti, costituì il punto focale dell’insegnamento che
Gesù avrebbe attuato concretamente nella sua missione con la proclamazione
della “Parola di Dio” e con l’annunzio di una “Nuova Legge Divina”
indispensabile per l’avvento del suo regno. Ovviamente Gesù non si riferiva
ad un regno in senso terreno e politico (come si attendevano i
contemporanei), ma in senso di adesione al Vangelo, inteso come un “nuovo
progetto di vita” che implicava la conversione sincera del cuore. Questo
avrebbe significato l’intervento nella storia umana di Dio che si
riconciliava così con l’umanità peccatrice, irradiando su di essa il suo
amore con doni di bontà e di salvezza. L’opera del proprio Figlio, Gesù
Cristo, inviato tra la gente ad illuminare le coscienze di quanti
camminavano nelle tenebre del peccato e della morte, testimonia il suo amore
ed il suo messaggio di Verità. Il culmine di tale amore è rappresentato dal
gesto esemplare di sacrificio del Figlio sulla croce. I discepoli di Gesù,
dopo l’evento pasquale e dopo le forti esperienze delle apparizioni del
Risorto, furono trasformati da pavidi spettatori in ferventi annunciatori
del Vangelo, attraverso il quale Dio portava a compimento il suo disegno di
riconciliazione e di salvezza per tutta l’umanità dopo la caduta dell’uomo
nel peccato originale, in seguito alla disubbidienza a Dio di Adamo ed Eva
alle origini. |