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SCOPRIRE LA CONOSCENZA DI DIO CON UN LINGUAGGIO SEMPLICE
 



II° PARTE

IL COMPIMENTO DELLA STORIA DELLA SALVEZZA


 
 
 
II.4.4 L’opera degli evangelisti
 
Gesù non lasciò nulla di scritto, quindi, per conoscere il suo insegnamento è necessario riferirsi alla testimonianza dei discepoli, costituiti da Gesù per la missio-ne universale prima della sua ascensione in cielo. I Vangeli attuali rappresentano una documentazione scritta tardiva e parziale della testimonianza e della predicazione apostolica mirante a reinterpretare la figura e l’opera di Gesù alla luce della sua morte e risurrezione, come attuazione del “Piano” di Dio per la Salvezza dell’uomo, annunciata nelle promesse profetiche delle Antiche Scritture. È certo che i quattro Vangeli non sono stati il semplice frutto di un lavoro individuale, ma sono scaturiti dall’esperienza di vita comunitaria nella Chiesa primitiva sotto la guida ispirata dell’insegnamento degli Apostoli. Per questo, in essi, ben presto fu riconosciuto il riflesso fedele ed autentico della predicazione apostolica e furono considerati testi ispirati da Dio e quindi posti a fondamento della fede cristiana. La Chiesa, infatti, ha ritenuto, e ritiene tuttora, che i quattro Vangeli trasmettono fedelmente quanto Gesù operò e insegnò durante la sua vita terrena.
Nei paragrafi precedenti si è rimarcato che i Vangeli non si possono considerare come documenti storici e biografici su Gesù, perché i redattori dei Vangeli non erano degli scrittori che, lavorando su documenti debitamente repertoriati, si erano prefissati di scrivere la storia completa di Gesù di Nazarèt, dalla nascita alla morte. E’ sintomatico che gli evangelisti non si dilunghino sulle origini di Gesù, sulla sua formazione, il suo carattere e la sua personalità. E’ singolare che gli scritti evangelici non siano caratterizzati da una cronologia e da una topografia precisa: le indicazioni di tempo e di luogo rimangono molto spesso nel vago e nel generico - “in seguito”, “in quel tempo”, “a casa”, “sul lago”, “per strada”, “sulla montagna” etc…
Pur fondandosi su fatti realmente accaduti, ciascun evangelista riferisce nel proprio Vangelo gli eventi e le parole di Gesù con una “personale partecipazione religiosa”, preoccupandosi innanzitutto di farli apparire come punti di riferimento del messaggio religioso proclamato dal Maestro. La preoccupazione che animava le prime comunità cristiane non era la fedeltà documentaria dei fatti, quanto l’interesse di coinvolgere il lettore nell’intento di farlo incontrare con il Cristo riconosciuto dalla fede.
Gli evangelisti, fondamentalmente, si sono posti due obiettivi: il primo, inteso a far risaltare la testimonianza evangelica di Gesù e propugnare un messaggio teologico finalizzato alla comprensione del mistero di Cristo, Figlio di Dio e Figlio dell’uomo, proclamandone la sua divinità; il secondo, rivolto a sollecitare la coscienza di ogni uomo che è invitato “personalmente” a chiedersi chi è Gesù e a dare una risposta coerente con le scelte della propria vita:
«E VOI, CHE DITE? CHI SONO IO?»
(Matteo 16, 15) (Marco 8, 29) (Luca 9, 20)
 
 
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| VOLUME 2 |