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MOTIVAZIONE
 

 

Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia
(Documento dei Vescovi Italiani – 2001)


La lettura del documento pastorale dei Vescovi Italiani “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia” (N° 35 – 2001) è stata la fonte di stimolo e ispirazione per la realizzazione di questo progetto di formazione biblica.

 


Ecco in sintesi il senso del documento dei Vescovi:
 

La questione dell’evangelizzazione è un tema epocale che affonda le sue origini nella Risurrezione di Cristo, il quale esorta i suoi discepoli a portare il Vangelo fino agli estremi confini della terra. La Chiesa Cattolica in questi ultimi anni, nella consapevolezza dei mutamenti culturali, sociali, politici e religiosi (non ultimi la caduta delle ideologie totalizzanti e delle grandi utopie di liberazione storica), ha ritenuto di affrontare il tema dell’educazione religiosa nel documento “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia” (giugno 2001).

I Vescovi italiani, nel rileggere le condizioni interne della vita della Chiesa in un mondo che cambia, indicano gli orientamenti pastorali per il primo decennio del duemila. Affermano che in un’epoca globalizzata, multietnica e multireligiosa, attraversata da profondi mutamenti culturali e religiosi, c’è urgente bisogno di rinnovamento missionario e che, per aprirsi alle nuove sfide della pastorale e annunziare la presenza viva di Gesù Cristo nel mondo, è necessario maturare decisioni coraggiose attraverso “nuovi progetti formativi e rinnovati itinerari catechistici”. 

I Vescovi italiani rivolgono la loro attenzione e la loro preoccupazione soprattutto alla vasta area di battezzati, non praticanti, cresciuti in modo esponenziale negli ultimi anni, che stanno ai margini della comunità ecclesiale e che vivono un fragile rapporto con le chiese locali. Vengono definiti testualmente “cristiani abbandonati da risvegliare alla fede, verso i quali non si è stati capaci di muovere ascolto e interesse”.

  Perché si interrogano?

“Il cristiano autentico deve vivere nella prospettiva dell’evangelizzazione, ma non possiamo tacere che in non poche comunità sia carente o addirittura assente un lavoro formativo di base, di aiuto al discernimento dei giovani e degli adulti, che ponga ‘Dio al centro del progetto biblico della salvezza’ ed indichi in ‘Cristo l’unica via per la salvezza dell’uomo’. È preoccupante il crescente analfabetismo religioso delle giovani generazioni che, seppur ben disposte e generose, spesso non sono adeguatamente formate all’essenziale dell’esperienza cristiana e ancor meno a una fede capace di farsi cultura”.

            Cosa fare e come muoversi in concreto?

Accanto ai religiosi abbiamo bisogno di laici, ai quali è richiesta intelligenza, creatività e coraggio, capaci di dare vita a forme inedite di educazione alla fede e di pastorale; di loro il Signore si serve per la testimonianza e la comunicazione del Vangelo nella vita quotidiana, nei luoghi di lavoro e di vita sociale. Tutto ciò significa maturare una decisione coraggiosa a cambiare le cose, a ricercare innovazioni pedagogiche e nuovi strumenti educativi della fede a seconda del diverso contesto culturale. Ciò vuol dire:
maturare una fede adulta e pensata a partire dall'ascolto intelligente delle Scritture  
prodigarsi per un rinnovato studio del Vangelo, per approfondire la figura di Gesù e la sua storia, fino a comprendere con sempre maggiore profondità la sua vera identità 
qualificare il cammino ecclesiale fondando le scelte su un forte impegno in ordine alla qualità formativa in senso spirituale, teologico, culturale, umano aprirsi al ‘dialogo culturale’ al fine di attualizzare la Parola universale del Vangelo rapportandola alle esigenze della nostra epoca, e poter così rispondere concretamente ai grandi temi della nostra società e della vita quotidiana, non ultimo al senso e ai valori religiosi della vita 
essere corresponsabili nel servizio di Cristo all’uomo: servizio che costituisce la ragione ultima per cui la Chiesa esiste e continua la sua missione nella storia
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